CONSIDERAZIONI SULL’IPOTESI DI MODIFICA DEL DECRETO 112/2022 RESA NOTA IL 4 APRILE 2023
Nella serata del 4 aprile 2023 è stata resa nota una nuova ipotesi di modifica del decreto ministeriale 112/2022 da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, profondamente diversa da quella oggetto dell’informativa sindacale del 24 marzo 2023, relativa all’attribuzione di incarichi di insegnamento ai docenti abilitati o specializzati all’estero. Secondo questa nuova ipotesi, il Ministero dell’Istruzione non permetterebbe più la c.d. collocazione a “pettine” nelle GPS dei docenti specializzati e abilitati in Europa, con titolo in attesa di riconoscimento, ma di inserirli solo “in coda” alle Graduatorie provinciali per le supplenze. Quindi, gli incarichi di docenza verrebbero assegnati in via prioritaria ai docenti abilitati o specializzati in Italia.
Esauriti costoro, a prescindere dal punteggio e dalla posizione in graduatoria, gli incarichi verrebbero attribuiti agli altri abilitati europei. Segue l’impegno del Governo ad aumentare i posti disponibili per le immissioni in ruolo, e velocizzare le procedure di riconoscimento dei titoli esteri. La proposta, che è stata avanzata su pressione di alcuni sindacati maggioritari, è positiva nella parte in cui riconosce la possibilità di lavorare a chi ha il titolo in attesa di riconoscimento, ma è palesemente illegittima, per non dire vergognosa, laddove inserirebbe “in coda” i TFA europei, in violazione di tutti i principi costituzionali e di diritto comunitario, come sanciti dalla direttiva UE 2005/36 sul reciproco riconoscimento delle professioni in ambito europeo.
Paradossalmente, se passasse questa proposta, uno specializzato sul sostegno in Italia nel 2023, con 36 punti, passerebbe avanti ad un precario storico con 10 anni di docenza alle spalle, e 150 punti in graduatoria, solo perché ha svolto il suo percorso formativo all’estero. Una simile proposta resta comunque un’ipotesi e come tale va trattata e commentata. Riteniamo che ci sia ancora spazio per una trattativa politica finalizzata a una decisione più equa, soprattutto in applicazione dei principi declinati dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato nelle sentenze del 28 e 29 dicembre 2022, che hanno confermato la legittimità dei percorsi formativi svolti all’estero. Non perdiamo quindi la calma e continuiamo a lavorare a tutela degli abilitati europei.