Il Consiglio di Stato ha fissato al 31 ottobre 2023 il primi appelli sui ricorsi a pettine.
Il TAR Lazio aveva respinto le istanze cautelari con la seguente articolata motivazione:
“Considerato, al sommario esame proprio della fase cautelare, che:
– l’inserimento in fasce aggiuntive alle GPS, dei docenti in attesa di riconoscimento del titolo su sostegno conseguito all’estero, appare dovuto in ragione della previsione di cui all’art. 5, comma 13 del d.l. n. 44/2023 convertito senza modificazioni nella legge 21 giugno 2023 n. 74; – la suddetta previsione appare esente dalle censure di incostituzionalità sollevate, tenuto conto che, nel bilanciamento degli interessi in gioco, non risulta irragionevole collocare in posizione deteriore, rispetto ai titolari di titolo di specializzazione, i soggetti non provvisti di riconoscimento del titolo estero, la cui piena equiparabilità a quello nazionale non è stata ancora oggetto della necessaria
valutazione comparativa; – che peraltro la richiamata sentenza della Corte Costituzionale n. 41 del 16 febbraio 2011 riguarda la diversa fattispecie in cui i docenti, pur in possesso di tutti i requisiti, sono stati inseriti in coda nelle graduatorie in cui si trasferivano, mentre nel caso in esame i ricorrenti, in mancanza del riconoscimento della qualifica estera, sono ancora sprovvisti di uno dei requisiti di ammissione all’inserimento nelle GPS; – Ritenuta dunque l’infondatezza della domanda cautelare …, respinge”.
Dinanzi al Consiglio di Stato sono state riproposte le medesime censure sollevare al TAR Lazio.
Bisogna tuttavia prendere atto che in moltissime province lo scorrimento della graduatoria ha coinvolto anche le fasce 1C e 1D, con chiamata dei docenti muniti di titolo estero in attesa di riconoscimento, benché in coda.